Colloqui Individuali (fobie, ansia, lutti, disturbi del tono dell’umore, patologie psichiatriche, problemi lavorativi o familiari, crescita personale e corretti stili di vita) o di Coppia (problemi relazionali e sessuali). Ho frequentato inoltre un Master in Nutrizione di Popolazione, Educazione e Sicurezza Alimentare che mi ha dato una formazione anche per il trattamento dei disturbi legati al comportamento alimentare.
Il percorso di psicoterapia offre un ascolto attivo e non giudicante e che ha le seguenti caratteristiche:
Quali sono i tipi di psicoterapia?
Il mio approccio prende il nome di Psicoterapia Cognitiva Neuropsicologica (PCN).
E’ un approccio innovativo alla cura dei problemi personali e dei disturbi psicopatologici: coniuga i recenti sviluppi delle neuroscienze, della neuropsicologia, della psicologia dello sviluppo e della psicopatologia in un quadro teorico unitario.
La PCN si occupa di comprendere i sintomi alla base della sofferenza umana alla luce della esperienza attuale e degli orizzonti futuri della persona che soffre.
La PCN segue la tradizione fenomenologica ed ermeneutica. La fenomenologia ci permette di osservare il fenomeno, l’esperienza dell’individuo, per come si mostra, senza ridurla a specifiche teorie assunte a priori dal terapeuta. L’ermeneutica ci permette di interpretare l’esperienza alla luce del contesto di vita dell’individuo.
La psicopatologia è considerata come parte della più ampia NEUROPSICOPATOLOGIA, poiché l’alterazione dell’identità personale può conseguire sia al nostro essere un corpo tra i corpi, sempre soggetto alle leggi della natura, alle patologie, agli accidenti che possono modificare il nostro funzionamento cerebrale; sia alle peculiari modalità attraverso le quali diamo verbo alla carne, riconfigurando l’esperienza in racconto.
Le modalità di manifestazione del sintomo, sono ogni volta l’effetto di un sentir-si esperienziale veicolato dalla propria storia di vita e dalle individuali aperture (o chiusure) alle possibilità. Di conseguenza, un disturbo, ad esempio, di natura ansiosa, non è una semplice somma di sintomi (categorizzazione psichiatrica), non corrisponde ad una teoria precostituita o ad una qualche credenza irrazionale. È soltanto attraverso l’analisi dell’esperienza del singolo paziente (individuo), per come essa emerge nel più vasto quadro del suo racconto, e tenendo conto del contesto storico-culturale di appartenenza, che lo psicoterapeuta PCN sarà in grado di cogliere, e curare, quello specifico disagio emotivo.
Ogni individuo possiede caratteristiche uniche e irripetibili, di conseguenza anche i modi di soffrire saranno unici e irripetibili: per affrontare una situazione problematica bisogna lavorare, grazie a un’attiva collaborazione tra paziente e terapeuta, sui contesti del presente (facilitando la presa di coscienza di esperienze emotivamente significative) e sulla costruzione di migliori e più identitari scenari futuri potenziali.
Naturalmente l’approccio terapeutico dovrà tenere conto delle specifiche psicopatologie alle quali vuole dare risposta, pur facendo emergere le stesse attraverso la storia di vita del paziente e al di là di faziose e superficiali categorie pre-costituite. Infatti, l’approccio terapeutico si struttura in modi differenti a seconda che il paziente presenti una alterazione dell’identità personale fortemente storicizzata (es.: disturbi di personalità), oppure una patologia i cui motivi vanno ricercati in uno o pochi eventi esistenziali acuti (es.: disturbo post-traumatico da stress, trauma cranico, ictus). Ai soli fini esemplificativi, pensiamo alla patologia ipocondriaca: una persona nel corso della vita può progressivamente o istantaneamente non riconoscere un proprio stato ansioso nella sua manifestazione esperienziale (tachicardia, senso di soffocamento, sudorazione eccessiva ecc.). Il non riconoscimento di uno stato esperienziale significa che quella determinata esperienza al posto di essere identitariamente riconfigurata (ad esempio: “sono ansioso perché tra due giorni dovrò sostenere un esame”), o non viene riconosciuta (la persona si avverte in uno stato di alterazione fisica senza collegarla all’evento che l’ha prodotta), oppure l’esperienza stessa viene riconfigurata non identitariamente (i segnali fisici dell’ansia vengono scambiati per un infarto incipiente).
Scopo ultimo dell’intervento psicoterapico è rendere la persona autonoma (fornendole gli strumenti per un’adeguata appropriazione dell’esperienza vissuta) e abile a riposizionarsi nei contesti critici.
“Curare” in PCN significa infatti aiutare la persona a rendersi indipendente nel gestire le esperienze critiche della vita quotidiana, offrendo strumenti e aumentando così l’autostima e la fiducia nelle proprie risorse e capacità personali.
L’ obiettivo della psicoterapia è quindi la trasformazione di Sé “essere altrimenti”, ossia il cambiamento dei modi di fare esperienza, e non soltanto la modificazione dei modi di raccontarsi l’esperienza stessa. Una storia di vità è un’opera aperta, perché la vita è movimento verso progetti di sé stessi, a partire da specifici interessi e contesti storici e culturali. Il cambiamento dei modi esperienziali accade nel momento in cui il paziente, attraverso il racconto di sé in terapia e nel corso dei compiti a casa, riconosce dei suoi specifici modi esperienziali che o non erano stati identitariamente riconfigurati, oppure non erano stati affatto riconfigurati narrativamente. La trasformazione coinvolge la persona dei suoi modi-di-essere nel mondo e con gli alti, affinché il paziente veda concretizzarsi la possibilità di progettarsi verso nuovi orizzonti, maggiormente identitari e coerenti con la propria naturale inclinazione.
FONDAMENTI TEORICI DELLA PCN:
1) INTERDISCIPLINARITÀ & SCIENTIFICITÀ
Qualunque clinico si occupi di sofferenza umana ha l’obbligo morale nonché deontologico di applicare un modello di intervento scientificamente fondato e tecnicamente viabile.
Il modello della PCN prevede che la trattazione teorico-clinica di ogni patologia sia sempre coerente con i fondamenti ontologici della natura umana (con specifico riferimento alla tradizione fenomenologica e ermeneutica) in modo da far emergere la concordanza interdisciplinare tra tutte quelle scienze (psicologiche e neuroscientifiche) che se ne occupano.
La teoria e la procedura clinica delle diverse forme psicopatologiche vengono insegnate alla luce dei risultati sperimentali e clinici di aree teoriche differenti, quali le neuroscienze, la fenomenologia, la psicologia del Sé, l’antropologia, la psichiatria, ecc., in modo tale da far emergere, attraverso il dialogo tra diverse discipline, un quadro teorico complesso, variegato e dotato di una buona coerenza interdisciplinare.
2) RISPETTO DELL’INDIVIDUALITÀ
La psicoterapia PCN non piega la soggettività dell’individuo ad un modello teorico ideale e universale di funzionamento, MA quella specifica individualità, quel modo peculiare di emozionarsi e di sentirsi che inclina il manifestarsi delle cose, del sé e degli altri, rappresenta il vero “soggetto” di studio del percorso psicoterapico. Il soggetto è protagonista del suo vissuto, si riappropria del suo sentire, del suo unico e particolare essere nel mondo, per riappropriarsi dei significati della sua singolare esperienza di vita da cui nasce la sofferenza, e trovare il modo di uscirne.